Pacchetto latte: Catania firma il decreto attuativo

Nuove regole per il riconoscimento delle organizzazioni dei produttori (OP) e delle organizzazioni interprofessionali (OI), rafforzamento delle OP – che potranno negoziare per conto degli agricoltori -, e soprattutto possibilità di programmare l’offerta di formaggi Dop e Igp. Sono queste le principali novità del Pacchetto latte, approvato in sede comunitaria a marzo, con il regolamento 261/2012, e a breve operativo anche in Italia, dopo la firma del ministro delle Politiche agricole Mario Catania.

Primo obiettivo del Pacchetto latte, e della normativa di attuazione a livello nazionale, è riequilibrare il potere contrattuale all’interno della filiera lattiero-casearia, favorendo la concentrazione dell’offerta. L’idea è quella di incoraggiare la costituzione di organizzazioni dei produttori, attraverso cui gli agricoltori possano negoziare collettivamente. Organizzazioni che saranno riconosciute, in base al rispetto di precisi requisiti stabiliti dal decreto, dalle regioni. Sarà, invece, il Mipaaf a riconoscere le organizzazioni interprofessionali, cui potranno aderire, oltre agli agricoltori, trasformatori, distributori e dettaglianti. Le OP avranno la possibilità di negoziare, su mandato degli agricoltori, i contratti per la consegna di latte crudo per conto dei produttori aderenti e di vendere direttamente almeno il 75% della produzione dei soci. Le OI, invece, dovranno promuovere il settore, anche in mercati esteri, favorire attività di ricerca e innovazione e la qualità dei prodotti.

Quanto ai rapporti tra produttori di latte e trasformatori, l’Italia ha deciso di rendere obbligatorio, per tutte le consegne di latte crudo, il ricorso a contratti scritti – opzionali nel regolamento Ue – contenenti volume, prezzi e calendario delle consegne, durata del rapporto, tempi e procedure di pagamento.

L’ultima novità riguarda la possibilità di introdurre, su richiesta delle OP e delle OI riconosciute o dei Consorzi di tutela e per periodi di tempo limitati, dei piani di regolazione per programmare l’offerta dei formaggi di qualità. Un sistema che l’Italia mirava a estendere anche ad altri prodotti Dop e Igp, prevedendo la programmazione dei volumi nel regolamento per i regimi di qualità dei prodotti agricoli, approvato a settembre. La proposta è stata, però, bocciata dalla Commissione Ue e da alcuni stati per il rischio di distorsioni della concorrenza. E ora la possibilità di un accordo è affidata alla riforma dell’Ocm unica, all’interno del negoziato sulla Politica agricola comune post 2013.

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