Uno dei capolavori artistici abruzzesi è senza dubbio l’Abbazia di San Giovanni in Venere che si trova nel comune di Fossacesia, su una collina prospiciente il Mare Adriatico, location ambitissima per celebrare matrimoni religiosi, nota e apprezzata per la sua bellezza, storia e posizione panoramica.
Ma il complesso monastico di San Giovanni in Venere, composto da una basilica e dal vicino monastero, entrambi costruiti all’inizio del XIII secolo in luogo del piccolo monastero preesistente, da qualche giorno a questa parte suscita più attenzione di quanta normalmente ne abbia in seguito al ritrovamento di alcuni reperti archeologici.
Nei giorni scorsi, infatti, durante alcuni lavori di rifacimento idraulico, sono stati rinvenuti dei reperti archeologici, che vanno a sommarsi a quelli ritrovati nel corso degli anni (a partire dal 1994, intorno all’antico complesso abbaziale di San Giovanni in Venere a Fossacesia). Nella parte retrostante al chiostro sono riaffiorati due basamenti di colonne in pietra. Durante i lavori della conduttura fognaria nella parte sud del complesso benedettino, erano venuti alla luce tre muri, sicuramente collegati alla prima fase dell’abbazia perché le ceramiche trovate all’interno del riempimento che coprono tale struttura muraria, risalgono all’età medioevale, XII- XIII secolo.
Il ritrovamento è avvenuto nelle vicinanze dell’inferriata di accesso al giardino che conduce al refettorio del convento dei Padri Passionisti dell’ Ordine di San Gabriele, custodi del tempio dedicato a Venere. I cocci ceramici dovranno essere puliti e catalogati. Sono stati raccolti anche resti di alimentazione, proprio perché in quel punto dove sono usciti allo scoperto i muri, si presume che venisse utilizzato come un’area di butto, di scarto. Quanto è riaffiorato è coevo alle origini della Chiesa dedicata a Venere, secondo quanto emerge dall’esame della stratigrafia del terreno.
A detta di esperti archeologi la zona dell’abbazia di San Giovanni in Venere non è ancora stata studiata a sufficienza. A tal proposito il consigliere provinciale Paolo Sisti (Pdl) ha chiesto al presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, e alla giunta di avanzare una richiesta formale al governo e ai ministri dell’Interno e dei Beni culturali. Secondo Sisti è necessario un cospicuo finanziamento per scoprire, valorizzare e tutelare l’area, che costituisce un sito di notevole valenza storica, culturale e religiosa della provincia. L’obiettivo deve essere quello di istituire il polo museale di San Giovanni in Venere.
Il Presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, dopo aver effettuato un sopralluogo, ha assicurato il suo impegno affinchè il sito archeologico possa essere pienamente valorizzato con il finanziamento di ulteriori lavori di scavo, che serviranno a far venire alla luce importanti reperti. “L’area archeologica di San Giovanni in Venere -ha detto il Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio – costituisce un giacimento archeologico di grande valore storico. La valorizzazione contribuirà a farne un punto di riferimento del turismo culturale”.
Ludovica Palomba