Mastropaolo, Serra e la dimensione onirica degli ‘Animaluomini’

Interesse e spunti di riflessione, cultura e senso estetico: la bipersonale di Cinzia Mastropaolo e Mario Serra ha suscitato tutto questo. E solo nel giorno inaugurale. La mostra è stata aperta sabato sera nella sala AxA della Palladino Company dove a parlare, attraverso le intuizioni di relatori, appassionati e operatori culturali di qualità, sono stati i venti quadri esposti, dieci per artista.

Buona l’affluenza, magistrale la presentazione di Antonio Picariello, sempre più efficace nel dare un senso universale alle opere esposte e ben lieto di presentare in anteprima nazionale una mostra che accende gli spot su due artisti campobassani. ‘Serra – ha detto il critico larinese che nelle scorse settimane ha vissuto per la prima volta il passaggio da interprete dell’arte a vero e proprio apostolo divulgatore – è un grande maestro, capace di estrarre dall’inconscio collettivo il lato migliore della luce, attraverso il segno cromatico con l’altro sguardo del sentire, quello solitario e prezioso che si muove silenzioso tra le ombre e le sue magiche figure”. Una degna introduzione per un evento che, come attesta il titolo ‘Animaluomini’, ha un tema ben preciso, che tuttavia gli artisti hanno sviluppato liberamente attingendo dal loro estro sempre avvolgente e, per il visitatore, accattivante. Di Cinzia Mastropaolo hanno parlato sia Picariello sia Fabio Mastropietro, direttore editoriale di AltroVerso. “La contemplazione della doppia, simulata e apparente equivalenza dei ritratti ‘elaborati’ e degli ultimi lavori più allegorici di Cinzia – ha detto Mastropietro – conduce chi guarda in una dimensione onirica, allucinata, fantasmagorica. Nella sua ‘donnanimale’ il corpo è sparito, inghiottito dalla sua rappresentazione, dal suo stesso doppio iconico”. 

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