Anna Marta Gabriella Cafarelli nasce il 19 agosto 1939 a Popoli(Pe), dove vive fino al 1954 quando, all’età di 15 anni, emigra con la sua famiglia – la madre e tre sorelle – in Argentina, dove il padre si era già stabilito cinque anni prima per ragioni di lavoro. Attualmente Anna Cafarelli vive a Cordoba con figli, nipoti e pronipoti. Risiede in questa città dal giorno del suo matrimonio, avvenuto quattro anni dopo l’arrivo in Argentina. Nel luglio scorso, dopo 60 anni, è tornata in Abruzzo per ritrovare i parenti e per presentare i libri che narrano le tormentate vicende della sua famiglia. La sua infanzia e la prima giovinezza sono contrassegnate da una serie di eventi dolorosi: la guerra, la paura, la fame, la disperazione. Durante il bombardamento di Popoli, nel marzo 1945, quando aveva cinque anni, insieme alla sua famiglia Anna fu colpita da una grossa bomba che causò la morte dei nonni materni, della zia e di suo fratello di 12 anni. Lei stessa perse l’udito ad un orecchio. Alla fine della guerra cominciò a frequentare regolarmente, fino alla classe terza, la scuola elementare, ma poi la dovette lasciare per aiutare la mamma nel sostentamento della famiglia. Per questo si dovette prestare a vari servigi, tra cui lavare i panni nel fiume e aspettare che si asciugassero, per riconsegnarli ai proprietari, spesso in cambio solo di un tozzo di pane. Come pure lavare i piedi e aiutare nelle faccende domestiche un’anziana maestra. Durante uno di questi servigi, all’età di nove anni, subisce una violenza e questa dolorosa esperienza ferisce profondamente non solo il suo corpo, ma rimane scolpita nella sua anima. Sotto minaccia non fa menzione ad alcuno dello stupro subito, ma immediatamente pensa che ne avrebbe cominciato a scrivere. E questo diventa il suo progetto di vita.
In Argentina si sposa e mette al mondo tre figli. Nonostante tutto, continua a combattere e a scommettere sulla vita ed a viverla pienamente. Anna è una donna che ama la casa, lavora in giardino, in cucina, cuce. E’ una madre esemplare che si occupa dei figli con amore ed è sempre presente in ogni momento, in ogni loro necessità. La sua famiglia diviene il tesoro più grande, ma trova sempre spazio da dedicare alla sua cultura personale. Compie i suoi studi fino al livello universitario, dopo la nascita dei figli, seguendo sempre la sua primaria vocazione: la scrittura e la poesia. Acquisite le competenze linguistiche e culturali, Anna decide di raccontare la sua storia. E lo fa con tutta la durezza e la disperazione della realtà vissuta, che tuttavia non le hanno fatto perdere la serenità interiore, l’amore e la meraviglia per la vita che, nonostante tutto, sente dentro di sé e, per quanto le è possibile, cerca di trasmettere anche agli altri. Il suo primo libro “Fuoco nella memoria” esce nel 2001. In esso l’autrice racconta tutti gli eventi drammatici vissuti durante il secondo conflitto mondiale, ma anche i colori, gli odori e sapori della sua infanzia. L’opera descrive con linguaggio semplice, scorrevole e con una straordinaria nitidezza di espressione, la storia delle tante famiglie che insieme e divisero lo spazio e il tempo del drammatico momento storico che Popoli visse nel 1945. Durante la presentazione dell’opera a Cordoba, in Argentina, in vari contesti culturali, i lettori l’abbracciavano e si complimentavano con lei. Tanto grande è stato l’interesse per questo libro che veniva invitata a convegni e tavole rotonde per scrittori e poeti e nel 2005, a Chilecito nella provincia di Rioja, ha ricevuto un prestigioso Premio: “Messaggera della pace ed Esempio di sopravvivenza e di vita”.
Nel 2007 l’autrice pubblica il suo secondo libro “Segreti dell’anima”, che è la continuazione del “Fuoco alla memoria”, in cui rivela il terribile segreto mai rimosso, la sua violazione, descrivendo le forti immagini rimaste scolpite nella sua anima. Nell’opera l’autrice racconta anche altri aneddoti e storie dell’infanzia nel suo bel paese natio, Popoli, circondato da montagne e prati fioriti con papaveri rossi, e fiori bianchi e gialli, con fiumi e ruscelli di colore verde smeraldo che lasciavano vedere il fondo in trasparenza. Il libro si chiude con dieci componimenti poetici che esprimono la sua grande sensibilità e ricchezza interiore. Il suo terzo libro “Una canzone per Lucia” esce ad aprile del 2015 ed è un omaggio che Anna fa alla sua cara mamma: una donna dal volto sorridente e tenero, che nasconde nel suo cuore la coltre pesante del suo passato contrassegnato dalla violenza delle due guerre e dalle atroci sofferenze patite. Questa sua ultima opera – dice Anna – “E’ un grido di pace, un no alla guerra e al dolore, con l’auspicio che il mondo vada verso l’Amore”.
A luglio presso il Caffè Letterario di Pescara si è svolto un reading culturale dal titolo “MIGRANTI: andate e ritorni”, patrocinato dal Museo delle Genti d’Abruzzo e dal Comune di Pescara, con la presentazione delle opere autobiografiche della scrittrice Anna Cafarelli, tornata nel luglio scorso in Abruzzo dall’Argentina, dopo 60 anni. L’incontro è stato aperto dal saluto di Cinzia Rossia nome di ANFE Pescara organizzatrice dell’evento, e dall’intervento del presidente regionale Goffredo Palmeriniche, dopo il saluto istituzionale, ha parlato dell’emigrazione abruzzese in Argentina e del valore della memoria, specie quando si esprime in opere letterarie come quelle della scrittrice Ana Cafarelli, abruzzese emigrata in sud America con la famiglia, e con le opere artistico letterarie di Juan Carlos, immigrato in Italia dall’Argentina per motivi politici, alla ricerca di una Patria ove poter esprimere con libertà il suo pensiero e il proprio temperamento artistico. Due storie di emigrazione importanti, speculari, che sono state messe a confronto attraverso letture di brani e testimonianze, cui si sono aggiunti altri autori abruzzesi presenti all’evento, come Lucio Vitullo.


